Le 3 verità sugli indicatori
Perché sono stati creati gli indicatori e da chi sono stati creati?
Gli indicatori sono stati creati da chi guadagna sulle commissioni di compravendita per “convincerti” che:
- Fare trading sia facilissimo.
- Puoi diventare ricco subito.
- Non hai bisogno di conoscenze (basta seguire un indicatore che ti dice quando il prezzo è alto o basso).
E mentre tu segui l’indicatore e perdi soldi, loro guadagnano dalle commissioni di compravendita. E quando tu hai finito tutti i soldi sul conto e chiudi il conto, loro hanno comunque guadagnato dalle commissioni di compravendita.
Ora, ecco 3 verità matematiche e statistiche sugli indicatori. Non devi credere a quello che dico io, ma fare semplici test o usare la logica.
#1 Prendi un indicatore e prova a vedere se ti fa diventare ricco

Visto in questo modo, sembra facilissimo e, sulla carta, dovresti essere già diventato ricchissimo e multimilionario con questo grafico. Ma in realtà non è così, perché l’indicatore non è altro che il prezzo che si muove in modo casuale su diversi livelli, inserito in un canale orizzontale. Prendere il prezzo e inserirlo in un canale orizzontale non cambierebbe nulla.
L’indicatore non è altro che una media dei prezzi ricavata dal prezzo stesso e non ha alcuna capacità di prevedere l’andamento futuro del prezzo, che invece è deciso da logiche di volatilità cicliche proprie del gioco dei mercati. Quindi l’indicatore si adatta al prezzo, è il prezzo che muove l’indicatore e, se esce una notizia che fa crollare il prezzo, crolla anche l’indicatore.
Quindi, si possono prendere 100 indicatori e testarli con un capitale virtuale (lo si può fare gratuitamente su TradingView). Si scoprirà che, una volta che l’indicatore è arrivato in un punto basso, quindi ottimo per comprare, continua a scendere, come fa il prezzo. Ora, il problema non è quante operazioni in positivo porta, ma il fatto che la somma dei profitti sarà spesso più bassa della somma delle perdite.
Tutto questo perché i mercati non funzionano così, funzionano in tutt’altro modo e lo abbiamo visto negli articoli in cui si parla di cicli.
Impostare uno stop loss quando si usano gli indicatori come segnali d’entrata è difficilissimo perché ogni volta dubbioso.
#2 Il problema delle strategie basate sugli indicatori e che non permettono di programmare bene gli stop loss per ottenere una somma delle perdite minore della somma dei profitti.
Le migliori strategie sono quelle basate sui livelli chiave, come supporti/resistenze, aree di domanda/offerta o livelli di Fibonacci, perché un livello ti permette di sapere dove impostare uno stop loss e un take profit. E quando si opera, si vuole sempre avere un rischio di perdita più basso rispetto al potenziale guadagno, altrimenti il capitale, invece di salire, scende.
Il problema del 99% dei trader è capire dove impostare lo stop loss. E quando usi indicatori, è difficile; quando usi più indicatori insieme, diventa ancora più difficile.
Invece, quando hai un livello o un’area, capire dove impostare lo stop loss diventa molto più facile, come ad esempio in questo caso:

#3 Una volta che si usano gli indicatori ci si concentra sulle oscillazioni degli indicatori ma i mercati non oscillano sempre in orizzontale
Se i mercati oscillassero all’infinito in orizzontale sarebbero tutti ricchi

Purtroppo, i mercati oscillano in maniera casuale, obliqua, laterale, obliqua al ribasso, al rialzo e con interruzioni laterali e frastagliate. Quindi, come si fa?
Cercare di prendere oscillazioni casuali e metterle in un canale orizzontale non cambia la sostanza: si perdeva prima e si continuerà a perdere dopo.

Quindi, bisogna conoscere la mappa dei mercati per migliorare le proprie capacità di successo e, nonostante questo, avere un sistema di protezione dalle perdite, perché le perdite non si possono eliminare. Le perdite non possono essere eliminate perché i dati economici che influiscono sul prezzo degli strumenti finanziari dipendono da tanti fattori e dinamiche e perché l’errore dell’operatore ci può essere in qualsiasi momento, anche più errori in serie, per quanto l’operatore possa essere bravissimo o possa essere sempre stato bravissimo.